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Pensioni minime garantite: si lavora per una base minima di 650 euro

01 settembre 2017

Continuano senza sosta i lavori per quanto riguarda la riforma previdenziale. Riforme che si rendono necessarie anche e soprattutto per i giovani di oggi che, di fatto, non riescono a racimolare contributi tali da poter percepire in futuro una pensione di importo accettabile. Soprattutto i giovani che hanno iniziato a lavorare nel sistema contributivo e che percepiranno una pensione proprio con questo sistema di calcolo. In più, con il tasso di disoccupazione che, nonostante gli ultimi dati incoraggianti, continuano a penalizzare i più giovani, è fondamentale trovare una soluzione proprio per quei giovani, il cui lavoro precario, si trovano con importi troppo bassi in termini di contributi che inevitabilmente si traducono in una pensione praticamente inesistente. L’idea è di far uscire i giovani con un assegno minimo di circa 650-680 euro. Il sistema prevede che venga aumentata la cumulabilità tra assegno sociale e pensione contributiva e che venga alzata la quota dall’attuale 1/3 al 50%. 

 

 

 

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